La semantica è innovazione?
- Federico Menetto
- 28 lug
- Tempo di lettura: 2 min
La semantica è innovazione?
E non è un vezzo creativo.
È strategia.
È leva di cambiamento.
Troppo spesso si pensa che cambiare nome a un prodotto o a una professione sia solo un gioco di marketing. In realtà, è un gesto preciso: sposta la percezione, riscrive le funzioni, apre nuove possibilità.
Non è una parola in più.
È un’identità nuova.
È un modo diverso di stare sul mercato.
Nel nostro viaggio al cuore della #pluginstrategy la leva semantica è un fondamento!
Un esempio? I Blu Farmers
Non più “pescatori”, contadini du mare e imprenditori marini, custodi di biodiversità, attivatori di filiere circolari.
Con questa parola:
– Sono entrati nei radar della #blueeconomy,
– Hanno parlato con università e #policymaker,
– Sono passati da attività primaria a missione di sostenibilità e longevità.
Un solo cambio di nome.
Un’intera catena del valore riposizionata.
🍝 Cuoco o food activator?
C’è chi cucina.
E c’è chi usa il cibo per educare, curare, costruire comunità.
Cambiare nome non è maquillage. È chiarezza d’intento.
🏥 RSA o #Longevity Hub?
Il termine “casa di riposo” comunica passività.
Ma se parliamo di hub per l’invecchiamento attivo, cambia tutto: attiri nuovi professionisti, nuovi capitali, nuove progettualità.
E poi ci sono le parole che hanno trasformato interi mercati:
– Le sigarette elettroniche sono diventate vape pen e sono entrate nel #lifestyletech
– Il forno ventilato è diventato air fryer ed è entrato nelle cucine #healthy
– I fermenti lattici sono diventati probiotici e sono finiti in farmacia
– L’orologio sportivo è diventato smartwatch e ora monitora anche il sonno
– Il vegan si è fatto #plantbased per attrarre i flexitariani
– L’affitto condiviso è diventato #coliving e ha trovato casa nelle startup
Il punto è semplice: potrebbe non servire inventare nuovi prodotti, magari serve saperli raccontare meglio!
La semantica non è una decorazione.
È la chiave che apre futuro, trasforma ruoli, attiva ecosistemi.
Chi guida un’impresa oggi dovrebbe sempre chiedersi:
Come chiameresti ciò che fai, se lo stessi creando adesso?
Nella foto sono con il mitico Massimiliano Alajmo!
È forse il cuoco italiano che ha usato di più la semantica come leva strategica.
Non per abbellire.
Ma per posizionare, trasformare, raccontare un’idea di cucina, di impresa, di relazione.
La parola giusta è il primo ingrediente del futuro.







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