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Immagine del redattoreMenetto Federico

Di vino non parlo (quasi) mai!

Mi hanno fatto alcune domande su Forbes (leggi qui)




Le aziende vinicole si trovano oggi di fronte a una crisi che, in parte, deriva da una visione limitante del proprio modello di business. Troppo spesso, queste imprese concentrano le energie su sfide esterne, come la concorrenza o i cambiamenti climatici, senza interrogarsi sul potenziale non sfruttato di una trasformazione strategica interna. Ne risulta un modello orientato esclusivamente alla vendita della bottiglia di vino, con un unico protagonista e pochi canali di revenue.



La#pluginstrategy rappresenta una chiave di lettura innovativa: invita le aziende a integrarsi in un ecosistema più ampio, dove prodotti, servizi ed esperienze si arricchiscono reciprocamente, amplificando il valore complessivo offerto al cliente. Nel caso del vino, significa ripensare la bottiglia non come fine a sé, ma come parte di un’esperienza completa, che combina cultura, comunità e connessioni trasversali.



- Le cantine possono diventare vere destinazioni turistiche, proponendo pacchetti esperienziali che includano tour enogastronomici, soggiorni e attività all’aperto. Ogni visita si trasforma in un racconto del territorio, creando un legame più profondo tra il consumatore e la cultura locale.


- Creare una community di appassionati, coinvolgendo il pubblico in corsi di enologia, degustazioni guidate o workshop tematici. Questo non solo fidelizza la fanbase, ma aggiunge un canale di revenue basato sulla conoscenza, che permette ai brand di differenziarsi e aumentare il passaparola.


- Le alleanze con settori contigui come l’hospitality e la gastronomia possono ampliare l’esperienza del vino. Collaborare con chef, ristoranti, alberghi e piattaforme digitali per offrire pacchetti combinati o eventi congiunti non solo apre a nuovi pubblici, ma posiziona il vino come parte di un’esperienza multisensoriale.


- Sfruttando strumenti digitali, è possibile proporre un sistema di abbonamenti che includa contenuti esclusivi, degustazioni virtuali e accessi a eventi riservati. La bottiglia di vino diventa così il punto di partenza per un’esperienza continuativa e interattiva, che mantiene vivo il rapporto con il cliente nel tempo.



L’Esecuzione che Fa la Differenza



Eppure, tutto quanto descritto non è nulla di rivoluzionario o mai visto prima. Queste strategie sono spesso discusse, ma raramente portate a compimento con una reale integrazione digitale e una fruibilità sistemica. La differenza, oggi, non sta nell’originalità dell’idea ma nella capacità di esecuzione: il mercato richiede un accesso semplice e immediato, un’esperienza che colleghi senza interruzioni il fisico e il digitale, che sia accessibile a ogni livello e personalizzabile. Troppe aziende sanno cosa andrebbe fatto, ma sono poche quelle che riescono a mettere in pratica un modello di business realmente innovativo, in grado di rispondere efficacemente alle sfide odierne.



Chi è pronto ad accettare la sfida e trasformare la propria attività in un hub di esperienze?

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