Gestire una crisi, che opportunità abbiamo, chi ci soccorre?
Non c'è una definizione unica per un business angel. Ma cosa fa tutto il giorno?
Quella in corso mi sembra si possa definire una crisi bella e buona, di quelle che probabilmente sentiremo gli effetti per qualche tempo e che comunque dobbiamo affrontare.
E’ chiaro che non è la prima volta e probabilmente non è nemmeno l’ultima che ne affrontiamo una.
Quel poco che ho imparato dalle precedenti, mi consente subito di dedicare qualche minuto a cercare in ogni caso di coinvolgere il mio network in questo possibile scenario.
In questi momenti si ha bisogno di tutti.
Ricordo il 7 marzo 2020 ero già al lavoro con il mio team per fare un piano di gestione di quel periodo davvero speciale.
Lavoro con start-up di fatto fragili, anche se facilmente posso adattare o cambiare strategia di breve.
Un buon piano di gestione delle crisi può consentire alla azienda oltre che ad attutire il colpo anche di tornare in pista il più presto possibile.
Alcuni passaggi che quella mattina abbiamo scritto:
Pianificare gli scenari migliori e peggiori possibili: nella fase di pianificazione delle attività delle prossime settimane/mesi, provo ad immaginare (senza tanti problemi) la crisi peggiore in assoluto che mi viene in mente. Allo stesso modo, descrivo la migliore strategia che può farmi uscire da questa crisi. In questo modo, mi sento ben preparato per qualsiasi evento imprevisto che potrebbe arrivare sulla strada. E comunque alla fine di questo semplice esercizio mi ritrovo con una bella dose di adrenalina che rende tutto il team più reattivo.
Identificare possibili risparmi. Questa crisi in particolare riguarda le revenue e alcuni canali in particolare (off line e b to b) almeno per noi. Definire quali sono i costi che sono ritrattabili, coinvolgendo la filiera nel prevedere una riduzione del business e poter condividere il rischio. I tagli non devono riguardare il prodotto che il cliente acquista e l’esperienza che il cliente è abituato a fare. Anche se alcune idee coinvolgono anche il cliente che avvertito del particolare periodo, si coinvolge e spesso è disposto a dare una mano. Siamo tutti nella stessa barca.
Organizzare bene il team: definire la squadra migliore in modo da poter superare la situazione. Per un attimo preferisco mettere in standby il processi di sviluppo e chiedere alle risorse dedicate a questo di pensare per qualche settimana al day by day per contenere il rischio e darmi una mano a valutare le tante situazioni che in questo momento sono sotto la mia attenzione. Cercare non solo di migliorare le performance ma anche di contenere al massimo la perdita di vendite, mettendo alla cassa dei punti vendita davvero i migliori. In questo modo dimostro che apprezzo il loro duro lavoro e la dedizione alla azienda e sono certo che alcune strategie diventano più normali e efficaci.
Prenderla di petto. Nelle crisi come questa il team sente a rischio il proprio lavoro e tende ad compilare una lista di alibi insolita che annebbia la capacità di elaborare con creatività qualche buona strategia. In fondo ci occupiamo di food & beverage, evidentemente il crollo del turismo minerà alcuni canali, ma nel frattempo possiamo analizzare altri e proporre servizi che prima non erano pensabili. Ecco perchè sono pienamente disponibile h 24 per rispondere a tutte le idee, anche le più fantasiose.
Gli errori del passato. Nelle precedenti crisi di cui mi sono occupato ho imparato che l’entusiasmo e il coinvolgimento del team è essenziale per portare a casa la pelle e velocemente saper svoltare. Le crisi passano è solo questione di tempo. Non mi sento preoccupato di capire quali danni faranno ma sono proiettato a gustare tutto quello che anche questa volta sarò costretto ad imparare sorprendendomi della risposta e delle risorse che vengono dal team e dall’organizzazione di questo piano di crisi.
Niente alibi, nessuna colpa. Evito ogni discorso politico, non indago sulle ragioni della crisi, cerco di affrontarla diventando ossessionato dei numeri e delle risposte che le singole strategie del plan mi daranno ora dopo ora. Soprattutto non me la prendo con gli errori che vengono dal team che invece vedo come al solito unito, forte e pronto ad ogni evenienza.
La parte debole: quello che vedo sempre parte debole, cioè i partner, la filiera, la logistica, i fornitori ecc…ho imparato a coinvolgerli: hanno il mio stesso problema. E’ il momento della tregua, anche con i competitor: mi faccio promotore sempre di azioni (di comunicazione) che possano come in questo caso dare le giuste informazioni sul virus e poter collaborare a svolgere attività comuni. Cerco di non diventare troppo egoista e chiuso ma verifico ogni opportunità che mi viene proposta magari cambiando idee che pensavo non potesse mutare mai. Rivedo ogni singolo costo e verifico quale sacrificio chiedo al processo e se il cliente avrebbe qualche impatto. Definisco una buona strategia di comunicazione interna ed esterna per coinvolgere il più possibile. Rimango in ascolto costante e dedico alcune risorse esclusivamente a questo. Perdere la reputazione in questo momento sarebbe un autogol.
Divido a blocchi: La crisi è il momento degli eclettici! Ne metto uno per team e cerco di guidarli a tirare fuori il meglio di sè. Ogni funzione ha bisogno di stimoli e idee che devono prima limitare i danni e poi definire qualche piccola strategia per portare a casa un piccolo risultato ogni giorno.
Esploro tutte le opzioni: al primo posto metto sempre la tutela dei posti di lavoro e dei contratti con i professionisti ma se non ci sono soluzioni standard ai problemi, non esito a pensare fuori dagli schemi (come coinvolgere i competitor in azioni comuni) E’ ora che devo esplorare nuove idee: a volte idee ambiziose aiutano a risolvere problemi irrisolti prima. E’ proprio in questi momenti che il team è più coraggio e riesce ad attivare più efficacemente strategie che normalmente non riesce convincersi che sono vincenti.
Mantere la calma e chiedere aiuto: non mi faccio prendere dal panico: sono certo che alla fine le cose funzioneranno. Mantenere la calma mi aiuta a concentrarmi sui compiti da svolgere a guidare la squadra nella giusta direzione. E non ho vergogna a chiedere aiuto, qualora servisse.
Sono certo che molti di voi li troverò pronti!
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