Per ogni cosa ho un coach!
- Menetto Federico
- 22 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Per la palestra.
Per la dieta.
Per l’inglese.
Per le performance.
Per la comunicazione.
Per il mio team.
Per il vino.
Per il mio spirito.
Sì!
Non c’è cosa che faccio senza qualcuno che mi aiuti a farlo.
Sono scarso? Forse.
Ma non ho mai voluto essere il migliore.
Ho sempre desiderato migliorare pero:
• per rispetto a chi lavora con me
• perché chi non migliora non lavora
• perché il talento senza metodo è solo istinto
• perché chi impara cresce, e chi cresce fa crescere gli altri
• perché migliorare è l’unico modo per restare curiosi
Da sempre ho avuto buoni maestri: ho dimenticato il loro nome, la loro voce, ma non la loro lezione!
Il pezzo che vi pubblico è di Giampaolo Colletti e dopo aver letto come finisce, ho deciso di scrivervi.
“Perché oggi i veri fuoriclasse hanno buoni maestri che guidano, esortano, celebrano, sgridano. E soprattutto ascoltano.”
Ci pensavo: perché il coaching è stato così centrale nella mia vita?
Non perché dobbiamo inseguire un modello di perfezione.
Ma perché tutti abbiamo un potenziale nascosto che da soli fatichiamo a vedere.
Ognuno di noi ha talenti innati, ma per trasformarli in punti di forza serve qualcuno che ci aiuti a riconoscerli, ad affinarli, a usarli meglio, ad allenarli.
Il coach non è solo un allenatore.
È uno specchio.
È un acceleratore.
È un faro quando tutto sembra confuso.
Oggi istituisco la mia personale #GiornatadelCoach.
E la celebro a modo mio: mandando una confezione di pasta UNO.61 a tutti.
Perché ogni cambiamento inizia da un buon piatto di pasta e da qualcuno che ci aiuta a farlo meglio.
Oggi chiama i tuoi coach!
Comments