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Risultato = Talento × Cultura

  • Immagine del redattore: Menetto Federico
    Menetto Federico
  • 22 apr
  • Tempo di lettura: 2 min

Io sto con Alex






Da quando ho scritto della tensione tra selezionare talento e costruire cultura, ho osservato decine di team e ho capito una cosa: 



Non è un "o", è un "e".**



Mi spiego meglio.



Il talento senza cultura è un fuoco d'artificio: brilla intensamente, ma si spegne in fretta.


La cultura senza talento è un motore senza carburante: ben costruito, ma non ti porta lontano.



La vera magia avviene quando riesci a fare entrambe le cose.



EFFETTO moltiplicatore



Ho iniziato a guardare al talento e alla cultura con una formula matematica:



Risultato = Talento × Cultura



Se il talento è 10 e la cultura è 0, il risultato è 0.


Se il talento è 5 e la cultura è 8, il risultato è 40.



Questa formula spiega perché spesso vediamo team di "underdog" battere squadre di superstar. Il talento è importante, ma la cultura lo amplifica esponenzialmente.



Nei colloqui ho iniziato a cercare segnali precisi:



1. Parla di "noi" più che di "io" 


 


Quando racconta i suoi successi, riconosce naturalmente il contributo degli altri.



2. Condivide i fallimenti, non solo i trionfi. È trasparete sugli errori e su cosa ha imparato.



3. Fa domande sulla squadra, non solo sul ruolo. È + interessato al contesto in cui dovrà operare.



4. Porta esempi di come ha elevato gli altri. Non si limita a brillare, fa brillare chi ha intorno.



La cultura non è statica



Tornando all'esempio calcistico, quello che è successo alla Juventus ci insegna un'altra lezione: la cultura va nutrita costantemente.



Non puoi costruirla una volta e dimenticartene. Richiede manutenzione quotidiana, esempi costanti, leadership attiva.



La cultura muore quando:


- Tolleri comportamenti che contraddicono i tuoi valori


- Promuovi persone che ottengono risultati calpestando lo spirito di squadra


- Smetti di raccontare e celebrare le storie che incarnano la tua identità



Azz: paradosso dell'innovazione



C'è un ultimo aspetto che ho scoperto: le culture forti rischiano di diventare rigide e respingere il cambiamento.



La vera sfida è costruire una cultura abbastanza solida da creare coesione, ma abbastanza flessibile da accogliere nuove idee.



DOMANDONA FINALE



Quindi la domanda che oggi mi pongo in fase di selezione non è più solo "È uno che ci farà crescere come squadra?" ma anche:



"È uno che porterà nuove prospettive rispettando ciò che siamo?"


"È uno che avrà il coraggio di metterci in discussione quando servirà?"



Perché il talento ti fa vincere una partita.


La cultura ti fa vincere i campionati.


Ma è l'evoluzione della cultura che ti fa restare al vertice per generazioni, apre un ciclo!



Io sto con Alex!

 
 
 

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